Prestazioni individuali

  • Consulenza psicologica e sostegno per l'età evolutiva
  • Consulenza e sostegno psico-educazionale ai genitori
  • Colloqui di valutazione diagnostica a bambini/ragazzi
  • Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale (ACT)
  • Valutazione e trattamento per disturbi specifici dell'apprendimento
  • Osservazioni bambini

Terapia Cognitivo-Comportamentale

Il termine Terapia Cognitivo-Comportamentale fa riferimento ad un concetto ombrello che racchiude sotto di sè tutta una serie di modelli di intervento psicoterapico. Pertanto sarebbe più opportuno parlare di Terapie Cognitivo-Comportamentali.
Al di là delle differenze che contraddistinguono ogni singolo modello, è possibile riscontrare alcune caratteristiche aggreganti che giustificano la stessa etichetta di cognitivo-comportamentale.
Galeazzi e Meazzini (2009) ne propongono alcuni:

  • L’idea di fondo secondo la quale non sono gli eventi in sé a determinare i problemi psicologici, ma il modo in cui li interpretiamo.
  • La concettualizzazione dell’individuo come un sistema triadico formato da cognizioni, emozioni e comportamenti fra loro interdipendenti: modificando un aspetto si otterrà un effetto sugli altri due.
  • Ogni forma di apprendimento è resa possibile dall’intervento di processi cognitivi.
  • La possibilità, concretamente verificata, di modificare stili comportamentali inadeguati attraverso la modificazione di aspetti cognitivi, o meglio di pensieri disfunzionali/irrazionali.

 

L'approccio cognitivo comportamentale “standard” (REBT ecc.) punta l'attenzione sulla possibilità di dimostrare o meno la veridicità di certi pensieri o convinzioni, gli approcci di 3° generazione, tra cui soprattutto l' ACT (Acceptance and Commitment therapy) sostengono che non sia tanto il contenuto dei nostri pensieri, credenze o convinzioni a influenzare il disagio e la sofferenza, quanto l’atteggiamento che abbiamo nei confronti di essi.

Nell'ambito delle terapie cognitivo-comportamentali di terza generazione (ACT, DBT, FAP ecc.) la Mindfulness riveste un ruolo centrale: è il fulcro sul quale terapeuta e paziente costruiscono l'intero processo di cambiamento.

Piuttosto che considerare, come scopo principale del trattamento, la riduzione dei sintomi, l'ACT si concentra sullo sviluppo di una più vasta e flessibile gamma di atteggiamenti, comportamenti cui attingere per raggiungere i propri scopi e obiettivi.

Trasversali, in tal senso, sono abilità quali accettazione, apertura all’esperienza, impegno in favore di una "vita degna di essere vissuta", anche in presenza di tutto ciò che non possiamo eliminare o controllare a nostro piacimento (pensieri, emozioni, e sensazioni). Non si pone, come obiettivo principale, quello di diminuire i sintomi. Ciò non vuol dire che la persona continuerà a soffrire come al momento della richiesta d'aiuto.
Il benessere sarà piuttosto una conseguenza della scelta di "lasciare andare" il controllo, la lotta verso tutto ciò che ci ostiniamo a combattere. Questa lotta è essa stessa la causa del disagio.

Lasciare andare, aprirsi all'esperienza, impegnandoci allo stesso tempo ad agire un più ampio repertorio di atteggiamenti e comportamenti "funzionali" ai nostri scopi.

Allenare la capacità di essere "spettatori disinteressati ma curiosi" della nostra esperienza sensoriale, integrare piuttosto che tentare di eliminare. Aprirsi anche al dolore, piuttosto che combatterlo, se questo fosse il prezzo da pagare per vivere una vita piena e soddisfacente!